Il Signore delle messi






Ho conosciuto Giuseppe Li Rosi durante un evento dedicato al vino e alla degustazione di prodotti tipici locali, ci trovavamo nel territorio di Marzamemi, in provincia di Siracusa.
Mentre nel cortile della cantina incalza la festa, la musica e il brusio dei numerosi ospiti convenuti  si fanno più intensi, in una sala adiacente si svolge un seminario, con un susseguirsi continuo di esperti nei vari settori dell'enogastronomia. 
Ad un certo punto arriva il turno di Giuseppe che inizia il suo appassionato intervento, marcata inflessione dialettale, da buon siciliano dell'entroterra, alle sue spalle scorre un filmato, su uno schermo gigante, tutt'intorno si crea un'atmosfera dai toni crepuscolari, il silenzio piomba nella stanza e io vengo risucchiata da quel turbinio di parole e immagini, nello stesso tempo cresce in me la consapevolezza che esiste un'altra verità rispetto a quella diffusa dai canali di comunicazione ufficiali, molte certezze crollano, i dubbi affollano la mia mente, avverto forte il bisogno di saperne di più, di approfondire il tema. Giuseppe colpisce, con le sue parole, che diventano saette capaci di squarciare il muro dell'indifferenza.

Lui si  racconta, racconta le sue origini, le sue scelte di vita, una storia imbastita di sogni, di evasione da una realtà soffocante, la fuga, seguita da un ritorno sui suoi passi, una rinascita e una ripartenza alla ricerca delle origini, delle radici, al cuore di tutto, del principio primo, ovvero la campagna, le enormi distese di grano, le messi dorate che accarezzano lo sguardo di chi volge i propri occhi verso la Sicilia centrale, tradizionalmente legata all'agricoltura e, in particolare, alla coltivazione del frumento. 




Nel 2016 la sua voce diventa plurale e, sull'onda di una ritrovata coralità e all'insegna del "sentire" condiviso, nasce Simenza, associazione che ha lo scopo di proteggere i grani antichi siciliani dalla concorrenza delle grandi multinazionali.
Giuseppe assume le vesti dell'eroe romantico, chioma al vento e sguardo intenso, pronto a difendere quell'immenso patrimonio colturale che i nostri antenati ci hanno tramandato, insieme a tradizioni e  vecchi saperi che rischiano di andare perduti a causa di politiche senza scrupolo che rispondono solo a logiche fuorvianti.




In questo periodo di "fermo" obbligato, a causa del diffondersi del Covid-19, e di assenza prolungata dal mio blog, ripenso a quel giorno e a come si sia trasformato il mio approccio  nei confronti dell'alimentazione e a come le mie scelte siano divenute più oculate e consapevoli, così ne approfitto per mettermi in contatto con Giuseppe e rivolgergli alcune domande.

1. Quali sono stati i successi che ha ottenuto Simenza? 
Il successo primo di Simenza è stato l'essersi incontrati e lo stare insieme di tanti agricoltori, allevatori e trasformatori. Esser riusciti a far decollare questa esperienza ci ha ripagato di tanti sforzi.
La Campagna Siciliana Sementi Contadine, che è l'evoluzione di Simenza, ha interrotto l'amara solitudine in cui stava per precipitare l'uomo e la donna che vedono l'agricoltura come una stretta alleanza con la natura e mai come sfruttamento violento delle risorse della terra. 
Le altre soddisfazioni, tra le quali quella di essere divenuti una realtà verso cui si presta attenzione da parte di agricoltori, istituzioni e consumatori, sono una conseguenza naturale delle cose, allo stessa maniera di quando uno spazio vuoto viene riempito o di quando un terreno incolto viene arato e seminato.
2. Secondo te, l'opera di sensibilizzazione che avete iniziato, tu e altri pionieri dell'agricoltura sostenibile, che effetti ha sortito? Il mercato dei grani antichi è in ascesa?
Con il nostro intervento, l'aver iniziato a concertare le produzioni, a presentare in maniera diversa il grano e l'aver variato le produzioni, oltre ad aver raggiunto accordi contrattuali con partners illuminati, ci ha permesso di poter fissare prezzi remunerativi e stabili.



Ma abbiamo destato anche l'attenzione della ricerca scientifica, di molte università che hanno preso in considerazione l'esistenza di grani locali e molti studenti hanno dedicato le loro tesi a questo argomento.
Progetti europei come Life, Prima, Diversifood o regionali, come PEI, hanno seguito la presentazione e lo sviluppo di piani programmatici sui grani antichi. Ciò ha valorizzato ancor di più questa materia prima e il mercato, seppur ci sia bisogno di un continuo supporto, registra valori positivi.
3. Il tuo lavoro di divulgazione continua? Se si, attraverso quali canali?
La divulgazione continua perché la coltivazione dei grani antichi è solo all'inizio. La loro riscoperta ha segnato un punto di inizio nell'evoluzione del concetto di grano.

Questo era stato relegato in un angolo polveroso dell'economia internazionale, era considerato solo una commodity mondiale, una comodità, come suggerisce il correttore, della finanza mondiale che scaricava, con le sue speculazioni, il peso sulle spalle degli agricoltori ai quali veniva e viene riconosciuto un prezzo che a stento ripaga le spese.
Noi agricoltori abbiamo dato, anzi ridato, dignità al grano che è stato il codice che ha attivato la nostra Civiltà.
I canali che utilizziamo sono quelli che ci permettono di parlare alla mente e al cuore delle giovani generazioni. Preferiamo, però, il contatto diretto e, per questo motivo, organizziamo le Jurnate di Simenza.



English version
I met Giuseppe Li Rosi during an event dedicated to wine and tasting of typical local products, we were in the territory of Marzamemi, in the province of Syracuse.
While in the courtyard of the cellar the party is pressing, the music and the buzz of the numerous guests gathered are more intense, in a adjacent room a seminar takes place, with a continuous succession of experts in the various food and wine sectors.
At a certain point Giuseppe's turn comes and he begins his passionate intervention, marked dialectal inflection, like a good Sicilian from the hinterland, behind him a movie flows, on a giant screen, all around it creates an atmosphere with twilight tones , the silence falls into the room and I am sucked into that whirlwind of words and images, at the same time the awareness grows in me that there is another truth than that spread by the official communication channels, many certainties collapse, doubts crowd the my mind, I strongly feel the need to learn more, to deepen the theme. Joseph strikes, with his words, which become thunderbolts capable of piercing the wall of indifference.

He tells himself, tells his origins, his life choices, a story imbued with dreams, escape from a suffocating reality, escape, followed by a return on his steps, a rebirth and a restart in search of origins, of roots, at the heart of everything, of the first principle, that is the countryside, the huge expanses of wheat, the golden crops that caress the gaze of those who turn their eyes towards central Sicily, traditionally linked to agriculture and, in particular, to wheat cultivation.In 2016 his voice became "plural" and on the wave of a rediscovered chorus and in the name of shared "feeling", Simenza was born, an association that aims to protect ancient Sicilian grains from competition from large multinationals.
Giuseppe takes on the role of the romantic hero, hair in the wind and an intense gaze, ready to defend that immense cultural heritage that our ancestors have handed down to us, together with tradition and old knowledge that risk being lost due to unscrupulous policies that they only respond to misleading logics.
In this period of forced "stoppage", due to the spread of Covid-19, and prolonged absence from my blog, I think back to that day and how my approach towards food has changed and how my choices have become more careful and aware, so I take this opportunity to get in touch with Giuseppe and ask him some questions.

1. What were the successes achieved by Simenza?
Simenza's first success was meeting and being together with many farmers, breeders and processors. Having managed to get this experience off the ground has paid off for so many efforts.
The Sicilian Campaign Sementi Contadine, which is the evolution of Simenza, has interrupted the bitter solitude in which man and woman were about to fall, who see agriculture as a close alliance with nature and never as a violent exploitation of resources of the earth.
The other satisfactions, among which that of having become a reality to which attention is paid by farmers, institutions and consumers, are a natural consequence of things, in the same way as when an empty space is filled or when a wasteland it is plowed and sown.
2. In your opinion, what did you and other pioneers of sustainable agriculture raise awareness about? Is the market for ancient grains on the rise?
With our intervention, having started to concert the productions, to present the wheat in a different way and to have varied the productions, in addition to having reached contractual agreements with enlightened partners, has allowed us to set remunerative and stable prices.
But we have also attracted the attention of scientific research, of many universities that have considered the existence of local grains and many students have dedicated their theses to this topic.
European projects such as Life, Prima, Diversifood or regional, such as PEI, followed the presentation and development of programmatic plans on ancient grains. This has enhanced this raw material even more and the market, although there is a need for continuous support, registers positive values.
3. Does your dissemination work continue? If yes, through which channels?
The disclosure continues because the cultivation of ancient grains is only at the beginning. Their rediscovery marked a starting point in the evolution of the concept of wheat.

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