Grotte, Grandi Rotondi Occhi Tramano Tempi Eterni

Occhi profondi, malinconici che sbucano dalle facciate delle case, occhi fissi, amari, gonfi di sofferenza che osservano il visitatore, lo scrutano, pongono interrogativi. Occhi di acqua e di terra, penetranti e immobili,  occhi di Biddina.  Ma chi è Biddina? Secondo una leggenda,  Biddina era una bellissima ragazza dalle labbra rosse e carnose che, abbandonata dal suo fidanzato, per disperazione, si getta in un lago vicino, venendo  trasformata in una biscia d'acqua.  L'uomo, pentito, dopo averla cercata per giorni e giorni, si rende conto dell'orribile verità e chiede di poter riavere la sua amata nelle sembianze umane. Per esaudire  tale desiderio,  gli viene concesso di vedere la sua donna alle prime luci dell'alba, dopodiché lei ritornerà ad indossare la  pelle di serpente e vivere la sua esistenza nella ciclicità della  metamorfosi e nel tempo dell'eterno ritorno. 

Il  palcoscenico dove oggi la Biddina si riaffaccia  è Grotte, paese dell'agrigentino che dista dal capoluogo di provincia solo una manciata di chilometri e dove, quattro giovani coraggiosi e intraprendenti, Nino Caltagirone, Antonio Licata, Filippo Lo Presti e Alessandra Marsala, fondano l'Associazione che prende il nome dalla protagonista del mito popolare,  allo scopo di agitare le acque paludose del paese in cui sono cresciuti e  ridare   bellezza al centro storico, regalando  una sferzata di energia alla vita sociale e aggregativa.

Grotte, che ha subito la stessa sorte di molti altri comuni dell'entroterra siciliano, segnato dalle crepe sui muri e dal crudele velo dell'assenza di forze giovani e vitali, diventa il terreno d'azione dei fondatori dell'Associazione che pensano di accendervi un generatore culturale, organizzando incursioni teatrali, cinema all'aperto e chiamando all'appello tra i più famosi street artists del momento. Si crea così, nel corso degli anni, un vero e proprio tour cittadino, di quello che viene considerato il fenomeno socio-culturale più inclusivo e libero mai esistito. I muri delle case e gli angoli del paese si trasformano in tele dove  menti creative traducono, in immagini e colori, l'idea di paesaggio urbano e umano. 

E mentre  le sagome variopinte si rincorrono  e la curiosità si fa corpo e materia, Alessandra,  custode amorevole di un passato che scandisce il ritmo della complessa trama del presente, ci conduce nel percorso di scoperta, spiegando i contenuti delle opere e le  vicende legate alla realizzazione dei murales, un'esperienza artistica che diventa coinvolgimento sociale forte e condiviso.

Una modalità di turismo alternativo, lento, controcorrente quello che spinge i turisti a visitare l'antica Erbesso,  alla ricerca dell'anima del luogo, del respiro intimo che scorre pacato tra il reticolato di viuzze  e che si tramuta, di volta in volta, nel sorriso ceruleo di un vecchio curvo sul suo bastone, o nello sguardo innocente di un bimbo  intento a dare forma ai suoi giochi   e, ancora, nelle domande sospese delle donne affacciate sull'uscio di casa o nel gesto spontaneo della fornaia del paese che  offre ospitalità per assaporare  un filone di pane croccante, appena sfornato.

 

Le sorprese  non finiscono qui, da qualche anno  il centro del paese è diventato meta di un' insolita colonizzazione da parte di intellettuali cechi che desiderano  aggiungere un tocco  di genuinità  al proprio vivere quotidiano e avvicinarsi alla semplicità del mondo contadino.

Grotte è anche una  tappa della Magna Via Francigena, il percorso dei cammini che, da Agrigento arriva   a Palermo e che, tra sentieri sterrati e piccole realtà abitative, permette di toccare il volto autentico della nostra isola. 

Ma il meglio di sé, Grotte lo esprime durante il periodo pasquale, quando sacro e profano, fede e folclore si mescolano, dando vita a una delle  feste più antiche e suggestive che la popolazione possa raccontare.

Per un'intera settimana, nel paese, aleggia una strana eccitazione dovuta alla messa in scena della tragedia in 3 atti dell'Orioles, il cui testo viene custodito gelosamente dalle famiglie locali e tramandato di padre in figlio.

Il culmine si tocca  il venerdì santo, durante la storica processione  del Cristo defunto, accompagnata dai musicanti e dai lamentatori che, con i loro versi di dolore, evocano  la chiamata alla preghiera dei muezzin. La festa si accende di spari e fuochi di artificio la domenica di Pasqua con l'incontro tra il Cristo  e la Madonna che smette i suoi abiti a lutto per abbracciare il figlio risorto.

E  ancora, degna di menzione, è la Torre ottagonale, detta "del Palo", affidata alla gestione della  Pro loco Herbessus. Fatta costruire nel 1627 dal Barone Gaffore, dove, si dice, vivesse un prete appassionato di astronomia e dalla quale, attraverso le 12 aperture, tanti quanti i mesi dell'anno,   è possibile scorgere  uno splendido panorama di abbagliante luce del Sud.

English version

Grotte, Grandi Rotondi Occhi Tramano Tempi Eterni 

Deep, melancholy eyes that come out of  the facades of houses, bitter, fixed eyes, swollen with pain that observe the visitor, scrutinize him, pose questions. Eyes of water and earth, penetrating and immobile, eyes of Biddina. But who is Biddina? It is a beautiful girl with red and fleshy lips who, abandoned by her boyfriend, out of desperation, throws herself into a nearby lake, being transformed into a snake of water. According to legend, the man, repentant, after looking for her for days and days, realizes the horrible truth and asks to be able to get his beloved back in human form. To satisfy him, he is allowed to see his woman at the first light of dawn, after which she will return to wearing snakeskin and live her existence in the cyclicity of metamorphosis and in the time of eternal return.

The stage where Biddina lives today is Grotte, a town in the Agrigento area which is only a handful of kilometers from the provincial capital and where 4 courageous and enterprising young people, Nino Caltagirone, Antonio Licata, Filippo Lo Presti and Alessandra Marsala, found the association that takes its name from the protagonist of the legend, in order to stir the swampy waters of the country in which they were born and raised and restore beauty to the historic center, while livening up its social and cultural life at the same time.

Grotte, which has undergone the same fate as many other southern municipalities, marked by cracks on the walls and the cruel veil of the absence of young and vital forces, becomes the terrain of action of the founders of the Association who think of turning on the generator of art, organizing theatrical occasions, open-air cinema and calling on the appeal of the most famous street artists of the moment. Thus was born, over the years, a real city tour of what is considered the most inclusive and free socio-cultural phenomenon in existence. The walls of the houses and the corners of the village are transformed into canvases where creative minds translate the idea of ​​urban and human landscape into images and colors.

And while the colorful silhouettes chase each other and curiosity lights up, Alessandra, loving caretaker   of a past that marks the rhythm of the complex plot of the present, leads us on this journey of discovery, explaining the contents of the works and the events related to  creation of the murals, an artistic experience that becomes a strong and shared social experience.

An alternative, slow, counter-current form of tourism that pushes tourists to visit the ancient Erbesso, in search of the soul of the place, of the intimate breath that flows peacefully between the network of narrow streets and which is transformed, from time to time, in the cerulean smile of an old man bent over his stick, or in the innocent gaze of a child intent on giving shape to his games and, again, in the suspended questions of women looking out the front door or in the spontaneous gesture of the baker of the village she offers hospitality to savor, calmly, a freshly baked loaf of crusty bread.

But the surprises at Grotte do not end here, for some years the center of the country has become a destination for an unusual colonization by Czech intellectuals who wish to find, in this part of Sicily, a note of genuineness in everyday life. Grotte is also a stage of the Magna Via Francigena, the path of the paths that from Agrigento arrives to Palermo and which, between dirt paths and small housing realities, allows you to touch the authentic face of our island.

But the best of himself, Grotte expresses it during the Easter period, when sacred and profane, faith and folklore mix, giving life to one of the oldest and most suggestive festivals that the population can tell.

For a whole week, in the village, there is a strange excitement due to the staging of the Orioles tragedy in 3 acts, with the metric characteristic jealously guarded by local families and handed down from father to son.

The climax is touched on Holy Friday, during the historic procession of the deceased Christ, accompanied by musicians and lamenters, who with their verses of pain evoke the call to prayer of the muezzin. The feast lights up with shots and fireworks on Easter Sunday with the meeting between Christ and the Madonna who stops her mourning clothes to embrace the resurrected son.

And again, worthy of mention, is the octagonal tower, called "del palo", entrusted to the management of the Pro loco Herbessus. Built in 1627 by Baron Gaffore, where it is said that a priest who was passionate about astronomy lived and from which, through the 12 openings, as many as the months of the year, it is possible to see a splendid panorama of dazzling Southern light.