Semplice illusione






Sono convinta che ogni essere umano, nell’istante in cui nasce, riceva dei doni, sotto forma di doti e talenti che ognuno di noi sviluppa come crede. E Gaetano, fra tutti, ha ricevuto tre di questi splendidi doni, uno sguardo metafisico che lo porta a cogliere la realtà nella sua essenza, una sensibilità fuori dal comune per vedere le cose sotto una prospettiva diversa, e, per ultimo,  una scatola di pastelli per colorare il mondo.  Si, perché il mondo di Gaetano è colore, in assoluto. Nel suo slancio creativo e continua ricerca che non conosce sosta ed esitazioni, utilizza acquerelli, matite, vernici, oli, acrilici, e poi ancora materiali naturali e pregiate tele su cui scrive le sue emozioni, incide la sua anima, tesse il racconto della propria storia. 
Nelle opere di Gaetano Condorelli quello che colpisce è la moltitudine di soggetti che animano il suo diario intimo. Dai paesaggi iblei ai tramonti mediterranei, dalle scene di ordinaria quotidianità al suo gesto di devozione nei confronti di Madre Terra e le sue molteplici declinazioni. Richiami ancestrali, vissuti profondi, un cammino affettivo in costante sviluppo. Grandi occhi che scrutano, indagano, un io incompreso spalancato su sospesi silenzi, notti infinite che vanno incontro al giorno o giorni che precipitano nella più fitta delle notti?
Natura morta, pittura astratta, concettuale, amara e cruda scrittura iperrealista, fotografia della realtà che lo circonda, tutto confluisce nel suo bisogno interiore di tradurre in linee e forme, tinte a volte vivaci, a volte smorzate, luci e ombre, bagliori e bui profondi.   Oserei paragonare Gaetano Condorelli al discepolo dell’angoscia, come colui che avverte su di sé le possibilità annientatrici e terribili dell’esistenza.

Tutto tocca il suo sentire, tutto si aggroviglia intorno al suo sentimento per trovare una via di fuga nella tela che intreccia con la stessa cura delle mani di una madre tenera che accarezza il suo bambino. 






Conosco Gaetano da tanti anni, ho sempre apprezzato il suo modo gentile di porgersi, rispettoso, mai invadente e sopra le righe. Da qualche anno mi sono avvicinata alla sua arte, ne seguo gli sviluppi, i progressi, l’affacciarsi ad un pubblico via via sempre più ampio. 

E’ recente la sua partecipazione alla Biennale di Bari, Bitonto e Caltanissetta, una mostra di stampo internazionale che, nel rinsaldare i legami con il territorio, ha registrato un’affluenza di pubblico di oltre 6.000 visitatori, dimostrando che la cultura e l’arte, in particolare, occupano ancora un posto in questa società.





 

La sua opera ha subito parecchie contaminazioni, dovute all’incontro con maestri importanti, come Luca Tedde e Rubén Belloso, poi è arrivata la sintesi, quell’ atto di personale evoluzione, che equivale a un percorso di crescita, di cambiamento che lo ha condotto verso un approdo d’amore che è la sua nuova famiglia, un risorgere verso nuovi orizzonti, sviluppando dialoghi interiori sempre più complessi ed eterogenei. 

Come un fiero e coraggioso cavaliere medievale conosce le lusinghe dell’amor cortese, così come la durezza dello scontro e la violenza del conflitto di cui diviene nobile interprete senza mai avvertire il peso della stanchezza e dello sfinimento che, al contrario divengono opportunità per ulteriori sfide, per inaugurare nuovi, avvincenti inizi.


L’impatto immediato che i lavori di Gaetano producono è senza dubbio la forza del tratto cromatico, l’affondo che è insieme di tecnica e desiderio di sfuggire a qualsiasi tentativo di categorizzazione.

Nella contrapposizione degli opposti avanza il suo essere, viene fuori la sua luce, tra le rughe del viso di un anziano e la morbida sinuosità di colline che si fanno una volta mare, una volta ritmo dell’esistenza, sempre fluida, sempre in movimento, ritroviamo il dialogo interiore di un artista che ha tanto da dirci, tanta vena poetica da tirar fuori, tanta generosa bellezza da mostrare. 

 

Semplice illusione” è molto di più di un’occasione espositiva, si concentra in uno scenario di dubbi, incertezze, frammenti, respiro di sacralità stati della mente, ricerca identitaria. Dentro ci stanno tutti i suoi perché, i punti interrogativi che agitano le sue domande rivolte alle ingiustizie sociali, al malessere che attanaglia e trafigge l’uomo nel suo breve e caduco ciclo di vita. Dietro ci sono mesi di prove, bozzetti, studi, pensiero sempre pronto e aperto a cogliere gli stimoli visivi, uditivi e sonori. Bastano un’immagine, un volto, un rapido fotogramma per svegliare la sua immaginazione, per ampliare il suo universo pittorico. Una parola sussurrata, un gesto abbozzato tradotti nei suoi quadri rappresentano un tentativo di dare ordine, risposte adeguate, di raggiungere quel principio di composta, apollinea serenità fatto di armonia e puro equilibrio per intraprendere, subito dopo, la strada dell’ebbrezza dionisiaca.




 


 Se è vero quello che affermava il filosofo tedesco Nietzsche che “L’arte salva e guarisce”, anche noi, stasera, tutti insieme, compiremo il rito purificatore di rinascita e di spirituale immersione nella dimensione espressiva fatta di colori e forme che è la dimensione propria, unica, preziosa di Gaetano Condorelli. 

 

                                                                                                 © Alvice Cartelli


Testo scritto in occasione della personale di pittura di Gaetano Condorelli "Semplice illusione" dal 15 al 21 dicembre 2023 - Biblioteca comunale Floridia (SR)




English version

I am convinced that every human being, the moment he is born, receives gifts in the form of gifts and talents that each of us develops as we believe. And Gaetano, among all, received 3 of these splendid gifts, a metaphysical gaze that leads him to grasp reality in its essence, an uncommon sensitivity to see things from a different perspective, and lastly a box of crayons to color the world. Yes, because Gaetano's world is colour, absolutely. In his creative impulse and continuous research that knows no rest or hesitation, he uses watercolours, pencils, paints, oils, acrylics, and then natural materials and precious canvases on which he writes his emotions, engraves his soul, weaves the story of his history. What is striking in Gaetano Condorelli's works is the multitude of subjects that animate his intimate diary. From the Iblean landscapes to the Mediterranean sunsets, from the scenes of ordinary everyday life to his gesture of devotion towards Mother Earth in her many declinations. Ancestral references, profound experiences, a constantly developing emotional journey. Big eyes that scrutinize, investigate, a misunderstood ego wide open on suspended silences, infinite nights that meet the day or days that fall into the thickest of nights? Still life, abstract, conceptual painting, bitter and crude hyper-realistic writing, photography of the reality that surrounds him, everything flows into his inner need to translate into lines and shapes, sometimes bright, sometimes muted colours, lights and shadows, glares and darkness deep.    

I would dare to compare Gaetano Condorelli to the disciple of anguish, who feels the annihilating and terrible possibilities of existence.

Everything touches his feelings, everything gets tangled around his feelings to find an escape route in the web that he weaves with the same care as the hands of a tender mother caressing her child.

I have known Gaetano for many years, I have always appreciated his kind way of presenting himself, respectful, never intrusive and over the top. For a few years now I have been approaching his art, I follow its developments, its progress, its exposure to an increasingly wider audience.

His recent participation in the Biennale of Bari, Bitonto and Caltanissetta, an international exhibition which, in strengthening ties with the territory, recorded an attendance of over 6,000 visitors, demonstrating that culture and art, in particular, still occupy a place in this society.

 

His work has undergone several contaminations, due to the meeting with important masters, such as Luca Tedde and Rubén Belloso, then came the synthesis, that act of personal evolution, which is equivalent to a path of growth, of change that led him towards a haven of love which is his new family, a resurgence towards new horizons, developing increasingly complex and heterogeneous internal dialogues.

Like a proud and courageous medieval knight he knows the lure of courtly love, as well as the harshness of the clash and the violence of the conflict of which he becomes a noble interpreter without ever feeling the weight of tiredness and exhaustion which, on the contrary, become an opportunity for further challenges , to inaugurate new, exciting beginnings.

The immediate impact that Gaetano's works produce is undoubtedly the strength of the chromatic trait, the thrust that is both technique and desire to escape any attempt at categorization.

In the contrast of opposites his being advances, his light comes out, between the wrinkles of an elderly man's face and the soft sinuosity of hills that once become the sea, once the rhythm of existence, always fluid, always in movement, we find the internal dialogue of an artist who has so much to tell us, so much poetic vein to bring out, so much generous beauty to show.

 

“Simple Illusion” is much more than a simple exhibition opportunity, it is concentrated in a scenario of doubts, uncertainties, fragments, breath of sacred states of mind, search for identity. Inside him there are all the whys of him, the question marks that agitate his questions addressed to social injustices, to the malaise that grips and pierces man in his brief and fleeting existence. Behind there are months of tests, sketches, studies, thoughts always ready and open to grasp visual, auditory and sound stimuli. An image, a face, a quick frame is enough for him to awaken his imagination, to expand his pictorial universe. A whispered word, a sketchy gesture translated into his paintings represent an attempt to give order, adequate responses, to reach that principle of composed, Apollonian serenity made of harmony and pure balance to undertake, immediately afterwards, the path of Dionysian intoxication.

If what the German philosopher Nietzsche stated that "Art saves and heals" is true, we too, tonight, all together, will carry out the purifying rite of rebirth and spiritual immersion in the expressive dimension made up of colors and shapes which is the own, unique, precious by Gaetano Condorelli.

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