Marsala e il suo vino



Marsala







Il Marsala è un vino di lunga data. E’ il vino della nostra infanzia. Con i suoi sentori di nocciola, frutta matura e spezie  profumava di buono la sala da pranzo dei nostri nonni. Vero motore di aggregazione, il Marsala veniva gustato in bicchierini di cristallo, intorno a noi, pizzi e merletti, candide tovaglie di finissimo lino e delicate porcellane. Accompagnava momenti di lieta spensieratezza durante le visite che i parenti e gli amici erano soliti scambiarsi. Come da tradizione, si  serviva insieme a deliziosi biscotti di mandorla rigorosamente realizzati a mano, segno  della cura  che  le donne tributavano  alla preparazione di questi tipici dolci siciliani.

Del Marsala si conoscono diverse tipologie. Può essere  “Oro” o “Ambra” se prodotto con grappoli bianchi come Grillo, Catarratto, Ansonica. “Rubino” quando  proviene da Nero d’Avola, Perricone o Nerello mascalese. In base al tasso zuccherino può essere Dolce, Semi secco e Secco. 

Era il 1770 quando il mercante di Liverpool, John Woodhouse, approdando sulle coste della Sicilia  scoprì il Marsala, giusto nella città da cui prende il nome. Da tale rivelazione, ne nacque un commercio fiorente. Woodhouse, intuendo il grande potenziale di quel vino liquoroso, volle portarlo in patria addizionandolo con acquavite, alzando, di fatto, la gradazione alcolica. L’operazione riscosse un sorprendente successo, tanto da spingere il risoluto Giovanni Casa di legno, come si trova scritto negli atti notarili del tempo,  a impiantare uno stabilimento nel comune di Marsala. Impresa che, in seguito, fu imitata da Benjamin Ingham e dal nipote Joseph Whitaker, da James Hopps, oltre che dai Florio, iconica famiglia in auge durante il periodo della Belle Epoque.





Gli inglesi sperimentarono  metodi più raffinati per aiutare il processo ossidativo e, per ottenere qualità superiori, selezionarono quattro contrade dedicate a Marsala. Da queste si ricavava la base per il vino che sarebbe stato fortificato e, successivamente, lasciato a riposare in botti portoghesi da 500 litri, denominate “Pipas”. La peculiarità delle particelle delle antiche contrade  era la capacità di maturazione delle uve, con alto livello di zucchero ed elevata acidità. Tale equilibrio avrebbe permesso una prolungata azione di invecchiamento.

Il mare la sfiora e il vento la culla, la montagna la protegge finché la luce calda e dorata del giorno non ne  svela  il nobile carattere. Marsala, situata nell’estrema propaggine della Sicilia occidentale, è stato un insediamento di origine fenicia che vanta un’identità storico-archeologica di prim’ordine e un’economia basata essenzialmente sulla viticoltura. 

Al giallotufo di Chiese e palazzi, fanno da contropartita il bianco delle saline e il bluverde del Mediterraneo. Molto vivace il suo centro urbano dove si rincorrono stretti e labirintici vicoli e cortili. 





Nonostante il Marsala sia stato la prima DOC italiana, allocato in quella che viene definita “fascia del sole”, nel corso degli anni la sua notorietà è andata scemando. Nel frattempo, un gruppo di giovani e illuminati vignaioli del luogo si è cimentato nel riportare in vita il Pre-British, con la ferma volontà di reimmettere in circolazione un pezzo fondamentale di storia isolana. Il precursore del Marsala che rievoca la secolare memoria degli avi, veniva chiamato  Perpetuo,  grazie ai continui rabbocchi di vino nuovo all’interno di barili in rovere o  castagno che contenevano  vino “madre”. Per questa varietà  non si prevede fortificazione, né integrazione di mistella (mosto con aggiunta di alcol). Il Perpetuo,  idealmente, ripercorre il ciclo dell’esistenza, il suo incessante e instancabile ripetersi. 

Una manifestazione d’intenti quella che oggi attraversa l’area del trapanese, un gesto d’ amore verso la propria terra, verso le proprie radici, un filo teso tra passato e presente, uno  sguardo di prospettiva verso il domani. 

                                                                                                        © Alvice Cartelli

                                                          

                   

English version

Marsala is a long -standing wine. It is the wine of our childhood. With its hints of hazelnut, ripe fruit and spices perfumed the dining room of our grandparents. Real aggregation engine, Marsala was enjoyed in crystal glasses, around us, lace, candid tablecloths of fine linen and delicate porcelain. He accompanied moments of happy light -heartedness during the visits that relatives and friends used to exchange. As per tradition, it served together with delicious almond biscuits rigorously handmade, a sign of the care that women paid to the preparation of these typical Sicilian sweets.

About the Marsala you can know different types. It can be "gold" or "amber" if produced with white bunches such as Grillo, Catarratto, Ansonica. "Ruby" when it comes from Nero d'Avola, Perricone or Nerello Mascalese. Based on the sugar rate, it can be sweet, semi -dry and dry.

It was 1770 when the Liverpool merchant, John Woodhouse, landing on the coasts of Sicily discovered Marsala, just in the city from which he takes his name. From this revelation, a flourishing trade was born. Woodhouse, sensing the great potential of that liqueur wine, wanted to bring it to its homeland adding it with brandy, in fact raising the alcoholic gradation. The operation collected a surprising success, so as to push the resolute John House of Wooden, as is written in the notary acts of the time, to implant a factory in the municipality of Marsala. Company that, later, was imitated by Benjamin Ingham and her nephew Joseph Whitaker, by James Hopps, as well as by the Florio, an iconic family in vogue during the Belle Epoque period.

The British experienced more refined methods to help the oxidative process and, to obtain superior qualities, selected four districts dedicated to Marsala. From these the base for wine was obtained which would have been fortified and, subsequently, left to rest in 500 -liter Portuguese barrels, called "Pipas". The peculiarity of the particles of the ancient districts was the maturation capacity of the grapes, with a high level of sugar and high acidity. This balance would have allowed a prolonged aging action.

The sea touches it and the wind is the cradle, the mountain protects it until the warm and golden light of the day does not reveal its noble character. Marsala, located in the extreme offshoot of western Sicily, was a phoenic settlement of First -view historical-archaeological identity and an economy based essentially on viticulture.

The yellow of churches and palaces, the white of the Saline and the Bluverde of the Mediterranean are counterparted. Its urban center is very lively where narrow and labyrinthine alleys and courtyards are chasing each other.

Although Marsala was the first Italian Doc, allocated in what is called "Sun Band", over the years his notoriety has been diminished. In the meantime, a group of young and illuminated winemakers of the place has tried to bring the pre-blindish back to life, with the firm will to reimfire a fundamental piece of island history in circulation. The precursor of the Marsala that recalls the centuries -old memory of the ancestors, was called perpetual, thanks to the continuous rabkets of new wine inside the barrels in oak or chestnut barrels that contained "mother" wine. For this variety there is no fortification, nor integration of myshel (must with the addition of alcohol). The perpetual, ideally, retraces the cycle of existence, its incessant and tireless repeat.

A manifestation of intentions that today crosses the area of ​​the Trapani area, a gesture of love towards its land, towards its roots, a thread stretched between past and present, a look of perspective towards tomorrow.

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